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      Per più di mille anni fu chiamata «Santa» (sancta civitas Treverorum). Di tre edifizî, uno era chiesa o convento, e la città tutta era popolata da preti, da monaci e da altre persone religiose. Dopo la Rivoluzione francese, un gran numero di edifizî religiosi furono cambiati in caserme, in magazzini, in birrerie ed in case particolari. Le ferrovie e le officine circondarono a poco a poco l’antica città con una città moderna di ben altro aspetto; ben tosto non si ritroverà più completamente la Treviri antica fuorchè nel suo grande museo, medioevale, e nei manoscritti della sua biblioteca. Durante le settimane di pellegrinaggio, gli stranieri vengono in folla ad ammirare la «Santa Tunica,» recata, secondo la leggenda, dall’imperatrice Elena; ma Treviri ha adesso una potente rivale, come luogo di convegno per i pellegrini nella piccola città di Marpingen, situata a sud-est nel distretto di Sant Wedel: in questo villaggio, diventato celebre per le sue sacre apparizioni, la folla si contò più volte a diecine di migliaia. I comuni della Sarre e della Mosella, al sud di Treviri, sono nell’Europa occidentale tra quelli, che conservarono più a lungo il regime della proprietà collettiva. Dal principio del secolo, le operazioni catastali trasmisero a poco a poco la proprietà tra le mani dei privati; tuttavolta la divisione delle terre a sorte è ancora in uso per i prati e per i boschi. Del pari sulle alture dell’Eifeld i terreni sono distribuiti a porzioni e dopo un anno di cultura tornano al comune.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume 1 - Introduzione generale - L'Europa centrale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1884 pagine 1407

   





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