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      Nel 1570, durante la notte del 1o novembre, nuova irruzione delle acque: secondo la tradizione questa «marea di Ognissanti» rompendo le dighe della foce della Mosa alla punta di Skagen, avrebbe annegato 100 mila abitanti. E da quel tempo quante dighe di difesa sono state abbattute! quanti campi inondati! quanti villaggi distrutti! È probabile che il fenomeno del lento abbassamento del suolo, constatato sulle rive dell’Olanda, della Pomerania, della Prussia orientale, segua anche sulle coste della Frisia tedesca. A questo modo si spiegherebbero le grandi irruzioni del mare. Il Prestel valuta il progresso annuo del mare a 5 metri e mezzo in media, su tutta la costa che si prolunga dal Texel alla punta della Danimarca, il che dà per il continente una perdita di 6,000 chilometri quadrati dal secolo XIII.
      Ma se le acque assediano il litorale, pronte a divorare le terre che non hanno sufficiente difesa, altre cause naturali tendono ad accrescere il dominio dell’uomo a spese delle onde e gli procurano eccellenti terre d’alluvione, il cui spessore medio varia dai 10 ai 12 metri. Dovunque l’acqua dolce si mescola alla salsa, cioè negli estuari dell’Ems o del Weser, come alla foce dei piccoli fiumi del paese, si depongono le torbide, quando si equilibrano il flusso ed il riflusso. Non solo le impercettibili molecole di sabbia e d’argilla si precipitano, ma si compie nell’acqua marina un lavoro chimico, perchè i sali di calce e di magnesia si mescolano ai depositi del fondo. Inoltre gli innumerevoli infusorî d’acqua dolce che muoiono a contatto dell’acqua salsa e le miriadi di organismi marini che vengono uccisi dalle acque dei fiumi, si accumulano in strati densi sul letto degli estuari e contribuiscono a formare quelle terre così feraci che l’agricoltura, quando le ha conquistate sul mare, non può sfruttare abbastanza: danno raccolto sopra raccolto per un secolo, senza bisogno di pensare a ripararne le perdite.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume 1 - Introduzione generale - L'Europa centrale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1884 pagine 1407

   





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