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      Dopo quest’epoca le inondazioni hanno fatto ancora disastri parziali, inghiottite molte isolette, ma non vi fu distruzione generale di litorali. L’arcipelago è difeso dalle due isole esterne di Amrum e Sylt; su quest’ultima si trova una catena di dune aventi in certi luoghi 40 od anche 46 metri d’altezza; inoltre alcune rocce appartenenti alla stessa altura sottomarina, come quelle di Helgoland, difendono al largo i profondi strati di pietra che servono di piedestallo all’isola di Sylt.
      La maggior parte del litorale dello Schleswig sarebbe da lungo tempo scomparsa, se il lavoro dell’uomo non avesse combattuto la forza distruggitrice delle onde. Si costruì intorno a ciascun’isola una cinta di difesa con dighe sostenute nell’interno da altri ripari, e così pure si praticò nel litorale della terra ferma, chiudendo in pari tempo i canali naturali che davano accesso al mare. Anche la penisola di Eiderstedt, che si estendeva un tempo su d’uno spazio due volte maggiore, ma che era un insieme di scogli e di stretti, si è migliorata e difesa contro gli assalti del mare, per mezzo di dighe aventi complessivamente uno sviluppo di 300 chilometri. Queste arginature, alte in media 8 metri e larghe alla base da 6 ad 8, sono state costruite dopo la grande inondazione del 1634, e non si tralascia di consolidarle e guarentirle con contrafforti, per salvare i vasti Kögel o polder, ed i villaggi che rinchiudono. Soltanto le isolette che emergono, conosciute sotto il nome di halligen, sono in balìa delle acque; la loro superficie ora diminuisce ed ora si accresce, secondo le sabbie e le argille che vengono trasportate.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume 1 - Introduzione generale - L'Europa centrale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1884 pagine 1407

   





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