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      Lo stesso carattere nei Germani, la stessa influenza riconosce il Carle, il quale, seguendo l’idea di Vico che le cose sociali ed umane solo si spiegano collo studio dell’integra natura dell’uomo, assegna ai barbari come loro contributo all’incivilimento l’aver svolto in tutte le sue manifestazioni sociali e giuridiche la facoltà operativa, il posse, mentre i Romani nel concetto dello autore svolsero una volontà pertinace e costante, il velle, i Greci le facoltà intellettive, il nosse, senza che però la vita di un popolo sia ridotta alla esplicazione esclusiva di una sola facoltà umana.(41)
      Il Guizot (42) caratterizza l’indole del Germano dicendola composta da un misto di violenza e di scaltrezza, d’imprevidenza e di calcolo, di pazienza e d’impeto, di egoismo dell’interesse e della passione unito all’impero indistruttibile di certe idee di dovere, di certi sentimenti disinteressati. Essi rappresentano l’umanità forte ed attiva, ma abbandonata all’impulso delle sue tendenze, alla mobilità delle sue fantasie, all’imperfezione grossolana delle sue conoscenze, all’incoerenza delle sue idee, all’infinita varietà delle situazioni e degli accidenti della vita. Questa descrizione vaga ed indeterminata è chiarita dallo stesso autore dove afferma che pei Germani vi è il piacere dell’indipendenza individuale, il piacere di abbandonarsi colla loro forza e la loro libertà in mezzo alle venture del mondo e della vita, le gioie di un’attività senza fatica, il desiderio d’un avvenire avventuroso pieno d’imprevisto, d’ineguaglianze e di pericoli.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume 1 - Introduzione generale - L'Europa centrale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1884 pagine 1407

   





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