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      Teoricamente la Germania sostiene la grande unità, per cui ciascun tedesco si appassiona; in pratica rimane la nazione più particolarista, più associata alle sue amministrazioni locali, al suo provincialismo, la più decentrata dell’Europa. Teoricamente la Germania ha espresso le dottrine più radicali sul progresso nazionale ed umano; in pratica non c’è popolo, compresa la stessa Inghilterra, che abbia meno distrutte le antiche istituzioni, e resti più fedele alle tradizioni del passato: ancora vi si scorgano come nel secolo XV le case aguzze, a cornici in legno, le alte torri dove il vigile suona le ore e annuncia gli incendii, le corpo-razioni e le università come al medio evo (Pag. 34, 37-40).
      Ben diversamente da’ suoi compatrioti, ai quali cotesto dualismo pare singolare duplicità e falsità, il Didon lo trova una delle condizioni essenziali della vera saggezza, una grande verità filosofica e morale. Alla costituzione del suo cervello, il Tedesco deve l’incontestabile larghezza delle sue vedute e la grande estensione del suo spirito:
      Il Tedesco vede largo e confuso, noi chiaro e giusto. Suo scoglio è il vago, l’oscurità; noi dobbiamo temere di essere superficiali. Egli è diffuso e prolisso, noi sappiamo essere brevi e rapidi. Egli accumula i fatti, noi ne penetriamo le leggi. Paziente come il bue, co’ suoi muscoli infaticabili, prepara il terreno a chi vi getta il seme. È ottimo a frugare e dissotterrare documenti... Il genio tedesco è una lunga pazienza: scruta, organizza, non crea.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume 1 - Introduzione generale - L'Europa centrale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1884 pagine 1407

   





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