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      Quanto al centro preciso delle popolazioni, non si saprebbe ancora in-dicarlo, nemmeno approssimativamente, giacchè da una parte il numero degli Africani e dall'altra quello dei Cinesi si valutano dietro apprezzamenti in gran parte ipotetici. Bisogna limitarsi a segnare questo punto centrale sui dati ammessi più comunemente. [19] Secondo questi documenti provvisori, che si vanno rettificando anno per anno, il centro di popolazione del Mondo Antico cadrebbe nella regione sud-occidentale dell'altipiano tibetano, vale a dire in un paese quasi completamente deserto; ma il rapido aumentare degli Europei riconduce sempre più il punto d'equilibrio nella direzione dell'ovest, verso i passi dell'Indu-kusc, tanto importanti nella storia come vie di comunicazione fra le due metà del mondo ariano. È impossibile che, per un fenomeno di gravitazione naturale, un movimento di concentrazione dei popoli non succeda al movimento di dispersione, che si produsse per l'avanzarsi della civiltà verso l'Occidente, giacchè gli ambienti cangiano senza cessa, se non in sè, almeno nella loro azione sull'uomo, che nel corso dei tempi continua sempre a rinnovare e modificare la sua potenza d'adattamento a tutto quello che lo circonda.
      Senza dubbio, l'annessione dell'Asia Anteriore al mondo occidentale per la coltura, il commercio, l'industria sarà un'opera lunga e difficile; è certo altresì che la civiltà materiale importata dall'ovest deve ricevere dagli Orientali l'impronta del loro genio, tanto pieghevole in apparenza, eppure tanto tenace.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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