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      Nonostante il suo nome, il Sefid koh non è coperto di nevi in tutte le stagioni: da agosto a gennaio non si vedono più striscie bianche, fuori che in qualche burrone riparato dal sole e dal vento. Ma, sebbene inferiore in altezza ad altre catene dell'Afganistan, il Sefid koh orientale è probabilmente il più imponente dei baluardi, quello che presenta i siti più grandiosi, grazie ai dirupamenti del suolo, che hanno isolato la base dei monti dalla parte orientale e permettono di contemplare di terrazza in terrazza la mirabile sovrapposizione delle cime. Questa regione dell'Afganistan è stata percorsa in tutti i sensi dai viaggiatori e dagli ufficiali inglesi; già nel 1879 sei picchi della catena maestra, compresavi la vetta principale, erano stati saliti da essi [42]. Il Sefid koh sta al di qua della "frontiera scientifica" tracciata son pochi anni dagl'Inglesi, poi abbandonata alle tribù afgane: i posti futuri degli accampamenti e dei "sanitarii" sono segnati sulle carte nelle vicinanze dei colli, presso le acque correnti ed i pendii ombrosi.
      Dalla sua estremità occidentale il Sefid koh proietta verso nord tutto un ventaglio di giogaje, che vanno incontro alle creste appartenenti al sistema dell'Indu-kush: le chiuse del fiume di Kabul sono l'unica interruzione fra le rocce opposte. La più alta delle creste che si staccano dal Sefid koh, è la catena di Karascia, che nel suo gruppo terminale, presso il fiume di Kabul, assume il nome di Siah koh o "montagna Nera", pel contrasto colle alte cime nevose della gran catena.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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