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      I dialetti delle diverse tribù o gali differiscono troppo gli uni dagli altri, perchè i Kafir di distretti lontani possano capirsi scambievolmente; però i linguisti hanno riconosciuto che il ceppo comune dei linguaggi del Kafiristan è veramente ariano e s'avvicina al sanscrito. Così pure i culti degl'"Infedeli" appartengono alla famiglia delle religioni vediche. Alcuni nomi di divinità, - come quello d'Indra, chiamato anche Imbra da certe tribù, - ricordano quelli del panteon dei bramani, ed i loro sacrifizi rassomigliano agli olocausti, che si celebravano una volta sulle rive dei Sette Fiumi; altre denominazioni attestano l'influenza, che ebbe un tempo il culto di Siva. Come gli Indù, i Kafir hanno una vaga adorazione pel dio supremo, ma rivolgono i loro omaggi specialmente ad innumerevoli divinità rappresentate da pietre, alberi, animali od effigie tagliate grossolanamente, sul genere del famoso Visnù di Giagganath: sono queste che s'implorano per avere la pioggia od il bel tempo, per stornare la malattia, la carestia o la guerra. Certe pratiche sembrano anche tolte dai Guebri: il fuoco è mantenuto con cura e deve essere riparato da soffi impuri [131]. Il serpente, che si ritrova in tutte le mitologie, è uno degli esseri più venerati dai Kafir; essi non uccidono mai questo custode dei tesori nascosti, per paura d'attirare qualche gran disastro sul loro paese. Lo straniero, che avesse l'audacia di penetrare in uno dei loro santuari, verrebbe precipitato dall'alto d'una rupe.
      [Immagine 014-png - N. 14. - DARAH NUR].


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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