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      Le creste parallele, che cominciano al di là della forra di Mula e si prolungano quasi senza deviazione, in direzione da nord a sud, sono, è vero, uno dei confini naturali meglio indicati e separano, come un muro, le alte terre balutscie dalle pianure del Sind; ma, se costituiscono frontiera fra i due paesi, è meno per l'altezza che per la mancanza d'acqua, e quindi per le loro solitudini. Queste montagne di Khirtar o di Hala hanno solo un picco misurato superiore a 2,100 metri: le più alte vette hanno da 1,500 a 1,800 metri al di sopra dell'Indo e sorpassano soltanto di qualche centinaio di metri il suolo degli altipiani, che si stendono ad occidente. Non v'ha punto, in cui questi monti presentino difficoltà di passaggio; come le prominenze dei Brahui, sono attraversati da burroni che si originano nell'altipiano balutscio. Seguendo il letto di torrenti, si può ancora varcare completamente la catena, senza aver da scalare una montagna: è così che in Spagna si discende dalla Mancia nella valle del Guadalquivir senza salire la Sierra Morena.
      Ad occidente del Khirtar, l'altipiano del Balutscistan s'abbassa gradatamente verso il mare d'Arabia. Una giogaia, che si sviluppa dal nodo di Kalat per dirigersi verso sud-ovest forma la linea di displuvio fra il bacino del Meshkid ed il versante marittimo volgente a sud. Numerose creste per lo più orientate da est ad ovest, e tutte più alte e più dirupate dalla parte di mezzodì di quello che dalla parte di nord, indicano i gradini dell'immenso scalone; ma, se non si tien conto delle mille irregolarità di dettaglio, l'insieme dell'altipiano meridionale si compone di tre terrazze, delle quali la più alta ha 1,200 metri d'altezza media, la seconda 600 metri, e la terza, che fiancheggia il litorale, domina i flutti dall'altezza di qualche decina di metri.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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