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      Nel 1810, quando Pottinger percorreva il paese, discese il letto del Meshkid per un tratto di alcuni chilometri: ignorando la geografia del paese ancora inesplorato, egli credeva di risalire verso la sorgente del torrente, tanto è facile ingannarsi, camminando in mezzo alle sabbie scompigliate dal vento. Se le rive non fossero orlate da tamarischi, non si riconoscerebbe in certi punti che si è nel mezzo d'un letto fluviale.
      Il Meshkid non volge mai le sue acque d'inondazione fino alla depressione del Seistan, a quel modo che è ancora segnato in parecchie carte, redatte sulla fede dei primi viaggiatori europei; anzi una catena limita a sud il bacino semicircolare occupato dalle paludi, dagli spazi erbosi e dalle saline che hanno surrogato l'antico lago. L'hamun o la palude, in cui si perdono le acque del Meshkid in tempo di piena, occupa la parte centrale delle solitudini di Kharan, fra il 28° e il 29° di latitudine; Mac Gregor ne ha seguito la riva orientale, ma senza poter riconoscere se la splendente superficie, che vedeva ad occidente, fosse un bacino d'acqua o solamente un miraggio; non vide in alcun punto macchie di canneti simili a quelli dei laghi del Seistan; ma qua e là la spiaggia è indicata da boschetti di tamarischi. La natura del suolo che circonda l'Hamun el Meshkid, prova che anche là, come nel lago del Seistan, l'orizzontalità del suolo è causa che si sposti frequentemente il bacino lacustre, accolta d'acqua dolce, quando è formato da una recente inondazione del fiume, serbatojo d'acqua salmastra o salina, quando s'è mantenuta per molto tempo nello stesso punto.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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