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      Questa pianta è utile al Balutscio, quanto il bambù al Barmano: se ne mangiano i frutti ed i giovani getti, si fabbricano con essa esca, corde, sandali e specialmente stuoje, che sono d'ottimo uso [179].
      Alle altezze corrispondenti, la fauna del Balutscistan, assai poco conosciuta prima dell'esplorazione di Saint-John, non differisce da quella degli altipiani afgani, delle pianure dell'Hilmend e dell'Indo. Non è esatto, come si credeva recentemente, che il leone, diventato così raro nell'India, si conservi ancora in certe parti del paese balutscio; ma i leopardi vi sono comuni, e vi si trovano jene, lupi, cinghiali, del pari che una specie d'orso nero, che si nutre di radici. Le gazzelle s'incontrano frequentemente nelle vicinanze del deserto, ed i branchi d'asini selvatici stanno durante il giorno nelle solitudini, dove l'acqua e la vegetazione fanno completamente difetto. Il grande gipaeto, simile all'avoltojo barbuto delle Alpi, vola sugli altipiani, ma non s'incontra mai presso la costa e sotto i 1,200 metri d'altezza. La pica, tanto comune in Europa, si vede soltanto in una parte del Balutscistan, a Kalat; ma v'è qualche specie d'uccello, che non si trova fuori del paese dei Balutsci: tale la bella nettarinia, che brilla di tutti i colori dell'iride [180]. La lucertola uromastix, che da lontano si prenderebbe per un coniglio rannicchiato all'ingresso della sua tana, ha la sua dimora nelle sabbie: i Persiani le danno il nome di "succhiacapre", pretendendo che beli come il capretto per attirare le capre poi popparle.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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