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      Fuori degli altipiani, sono quasi tutti molto bruni; fanno lo sguardo penetrante, la fronte alta, la faccia allungata, la capigliatura e la barba abbondanti; magri e vivi nei loro movimenti, destri in tutti gli esercizî del corpo, sarebbero beduini perfetti nei deserti di Siria; molti si danno del pari al brigantaggio. La lingua dei Balutsci è un dialetto molto vicino al persiano moderno, ma tutte le parole sono alterate da una pronuncia bizzarra, assai diversa da quella degli Iranici; le espressioni relative alla religione sono tolte dall'arabo e quelle del commercio e dei mestieri vengono dagli Indiani indù. Alcuni canti, racconti d'imprese, ripetuti a memoria da cantori ambulanti, compongono tutta la letteratura nazionale; l'idioma che si adopera usualmente in Corte è il balutscio, ma la lingua scritta è il persiano.
      La religione dei Balutsci è il maomettismo sunnita; solo sulla frontiera persiana alcuni clan, diventati sciiti, sono i più fieri nemici del grosso della nazione. In altri tempi, l'attraversare il Balutscistan sarebbe stato più pericoloso per un persiano sciita che per un cristiano [185]. Come gli Afgani, i Balutsci si dividono in un gran numero di kheil, che talvolta mutano di nome come di residenza: vengono denominati sia dagli antenati, sia della provincia che abitano, sia dai costumi o da qualche tratto saliente della loro storia. La nomenclatura delle tribù differisce in quasi tutti i viaggiatori, ma le grandi divisioni naturali corrispondono all'ambiente geografico.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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