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      Storicamente, l'altipiano d'Iran è il luogo di passaggio, che dovevano attraversare i popoli di razze diverse nella loro marcia dall'oriente all'occidente. In questa regione dell'Asia, il mar Caspio da una parte e il golfo Persico dall'altra restringono il continente ad uno spazio di meno che 700 chilometri; togliendo da questo istmo le terre basse e malsane della costa, le regioni troppo montuose per poterle percorrere facilmente, lo spazio riserbato al movimento delle emigrazioni fra le due metà del gruppo continentale è di 500 chilometri circa. Le steppe sconosciute della Scizia, a nord del mare Ircanio, servivano di accampamento solo a nomadi barbari, senza rapporti coi popoli civili; la storia propriamente detta, quella di cui non si perde la traccia nella memoria dei popoli, non poteva avere altro teatro che lo stretto altipiano compreso fra l'Elburz (Elbruz) ed i monti della Susiana. Là dovevano incontrarsi i rappresentanti delle razze differenti, con le loro lingue, le loro civiltà, le loro religioni, e dovevano, per conseguenza, svilupparsi le idee nuove, provenienti dal contatto e dalla mutua penetrazione di quegli elementi distinti, ognuno dei quali aveva avuto l'evoluzione propria. In tutti i tempi, durante le epoche storiche, popolazioni di origine "turanica" si sono trovate commiste agli "Ariani" sugli altipiani d'Iran. Una volta i Medi ed i Persi, oggi i Turchi ed i Farsi sono, fra tutti gli elementi etnici a contatto nella regione, quelli, che rappresentano le due grandi razze dell'Asia Centrale.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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