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      Così una rupe posta presso il villaggio d'Astana, là dove parecchie strade s'incontrano a sud-ovest del colle, porta l'impronta d'un piede, cui una barriera protegge dall'importuna curiosità dei liberi pensatori, tanto numerosi in Persia: questo segno, dopo essere stato attribuito a divinità, oggi è venerato dagli sciiti quale testimonianza della visita d'Alì. Poco lontano scaturisce una grossa sorgente, probabilmente la più forte di tutta la Persia: è la Tscesmeh-i-Alì o "Fontana d'Alì", la quale, secondo Napier, avrebbe una portata quasi di 3 metri cubi al secondo. Essa fertilizza i campi d'Astana, creando un'oasi verde in mezzo a tutte quelle rupi giallastre, d'una nudità desolante, come quasi tutte quelle del versante meridionale dell'Elburz; ma è ben più apprezzata per le sue virtù misteriose di purificazione che per le sue proprietà fertilizzanti; i pellegrini, che si recano alla città santa di Mesced, non mancano d'immergersi nelle sue acque. Del resto, sembra che la sorgente d'Alì sia efficace per la cura delle malattie cutanee.
      [teheran.png]Di là dello Sciamscerbur, la catena maestra, conosciuta sotto i nomi speciali di Hazar giar e di Savad kuh, si prolunga regolarmente a sud-ovest, presentando al Caspio rapidi pendii, coperti della più ricca vegetazione, ed abbassandosi invece dalla parte dell'altipiano con una successione di terrazze, le une rocciose, le altre erbose, e formate di vegetazioni arborescenti soltanto in qualche cavità, dove sgorgano le acque delle fontane.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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