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      Tuttavia il lago è piuttosto un'accolta permanente d'acque piovane: si può spingersi a centinaia di metri dalla riva senz'avere l'acqua più alta del ginocchio, e la melma, che sollevano i passi, diffonde un odore soffocante. È un fatto notevole che gli antichi autori non parlano di questo lago, che pure è situato in una delle regioni più celebri e più commerciali del mondo antico. Ibn Haukal è il primo che ne faccia menzione, nel secolo decimo, e da quell'epoca in poi tutti i geografi ne hanno parlato [263]. È probabile che una volta, quando il paese era coperto di città e di coltivazioni, le acque che escono dalle gole delle montagne fossero utilizzate fino all'ultima goccia: non ne restava più per espandersi in palude nella pianura oggi inondata. Del resto, quand'anche un corso d'acqua avesse serpeggiato nel fondo della valle, bastava un leggiero rialzo del suolo, una frana o la formazione d'un deposito di terre alluvionali nella parte inferiore del bacino per far nascere il lago.
      Come luogo di passaggio fra l'oriente dell'Asia ed il mondo occidentale, la Persia presenta naturalmente, secondo l'altezza, l'umidità, il clima speciale delle sue differenti regioni, freddo sugli altipiani, ardente sul litorale dell'oceano delle Indie, le piante e gli animali appartenenti alla regione turcomanna, a quella dell'Afganistan, dell'Arabia e del Caucaso. La Persia è il paese dei contrasti. Le foreste del Ghilan e del Mazanderan con i loro alberi circondati di liane ed i prati fioriti delle loro radure sembrano appartenere ad un mondo diverso da quello degli altipiani salini, dove si mostra ad intervalli qualche macchia grigia.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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