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      Teheran, o meglio Tihran, la "Pura", è una città moderna, l'erede della Rhai o Rhei degli Arabi, la quale dal suo canto succedette all'antica Raghes. Le mura di Rhai, il cui sviluppo totale misura 36 chilometri, si vedono ancora nella pianura, che si stende a sud di Teheran, ma lo spazio chiuso nella cinta non ha più nemmeno rovine, fuori di due torri, che probabilmente furono tombe [357]. Rhai è oggi una campagna coltivata con alcuni borghi sparsi; il suolo, solcato dall'aratro, dà ancora monete d'oro e d'argento. Parecchie volte acquistata e distrutta, Rhai non si rialzò più dopo il passaggio dei Mongoli alla metà del secolo decimoterzo, e la vita si portò nella città nascente del nord, Teheran, considerata da principio come una dipendenza della capitale. Nondimeno, come succede quasi sempre, il santuario religioso si mantenne nella città decaduta, che una leggenda vuole sia stata la patria di Zoroastro: i luoghi d'adorazione non si spostano così facilmente come le cittadelle ed i palazzi. Un antico sobborgo di Rhai, dove sorge la tomba di un martire venerato, lo sciah Abdul Azim, è diventata una piccola città, col nome del santo: vi si trovano bazar, bagni, un grande caravanserraglio e belle strade piantate d'alberi, che irradiano intorno la moschea contenente la tomba dell'imam.
      La capitale attuale è, come Rhai, circondata d'una cinta aperta da breccie. Costruite sul modello delle fortificazioni di Parigi, le mura di Teheran sono fatte di materiali meno resistenti; in certi punti le scarpe d'argilla sono crollate nei fossati esterni.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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