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      Buscir, dove si concentra attualmente quasi tutto il commercio marittimo della Persia, non offre però nessuna delle condizioni indispensabili per un buon porto. È posta all'estremità settentrionale di un'isola allungata, che per l'innalzamento del suolo si è congiunta al continente; l'antico stretto, che si stende ad est verso la pianura deserta, è ancora una palude a suolo incerto, mentre a nord una baja che s'arrotonda a semicerchio nell'interno delle terre, è coperta a marea bassa soltanto da un metro d'acqua; isolotti e banchi di sabbia sono a fior d'acqua. Soltanto le barche piccole possono girare la punta ed ancorare ad est della città, in una fossa profonda da quattro a otto metri; le grandi navi ancorano al largo, sette o otto chilometri lontano dalla costa. I negozianti, fra i quali predominano gli Armeni, spediscono vini, tabacchi e specialmente oppio destinato ai porti cinesi; importano da Batavia zucchero in quantità ragguardevoli, ed i vapori inglesi portano loro i mille oggetti di fabbrica europea [413]. La terra insulare di Buscir, limitata da un argine verso il continente, ha fontane d'acqua fresca e d'acqua termale, e boschetti di palme, presso i quali i mercanti stranieri hanno stabilito le loro case di campagna; ma i principali luoghi di villeggiatura sono nell'interno delle terre, sui pendî dei monti Gisakan e Khormugi, che dominano la città ed i giardini di Barasgian. L'isola di Kharag, che sorge in pieno mare fra Buscir e la foce dell'Eufrate, è stata spesso occupata da pirati; alla metà del secolo decimottavo fu anche una colonia olandese, o meglio un nido di corsari comandati da un antico console olandese; l'isola contava allora qualche migliaio di abitanti.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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