Il gusto per gli oggetti di fabbrica estera che si diffonde giorno per giorno, è facilmente soddisfatto dal commercio; qualche prodotto industriale d'Europa si vende ad un prezzo due o tre volte inferiore a quello del prodotto simile, dovuto al lavoro indigeno. Gl'industriali russi approfittano maggiormente di questo spostamento commerciale. Verso la metà del secolo quasi tutti gli oggetti, che si vendevano nei bazar, provenivano dall'Inghilterra, ma la concorrenza della Russia, in principio timida, ha disputato, poi conquistato il nord della Persia a danno dei mercanti britannici, e questi non hanno più che una stretta zona di vendita intorno al porto di Buscir. Come nell'Afganistan e nell'Asia Minore, la preponderanza russa, dal punto di vista commerciale, del pari che da quello politico, diventa sempre più evidente. Le condizioni geografiche sono troppo favorevoli alla Russia, perchè i negozianti inglesi possano sperare di riconquistare il mercato perduto. Per la Transcaucasia, le steppe di Daman-i-koh ed il litorale del Caspio, il dominio russo tocca la Persia; la strada d'accesso, per Tabriz, Recht, Barfruch, Astrabad, che gli permettono di spedire le sue merci nelle città dell'altipiano e di riceverne derrate in ricambio, sono molto più facili che le strade aperte agl'Inglesi pei porti del golfo Persico; sopra un tratto di 310 chilometri, il rude sentiero, che sale da Buscir a Sciraz, ha non meno di sei colli difficili a superare [440].
      La conseguenza fatale di questa invasione nei mercati degli oggetti di fabbrica estera è stata, se non la rovina, almeno la decadenza dell'industria nazionale.