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      Alle porte stesse d'Erzerum, presso i monti che circondano la parte meridionale del bacino, s'innalza un vulcano, il cui cratere una volta era pieno d'acqua: la pressione della massa liquida ha rotto la parete settentrionale della coppa e scavato un burrone, che s'apre a nord verso le paludi del Kara su. Il più alto ed il più notevole di questi vulcani per la sua bella forma conica, che ricorda quella del Vesuvio, è il Sishtscik, che sorge a nord-ovest d'Erzerum nella catena del Ghiaur-dagh, a più di 1,100 metri sopra la pianura ed a 3,184 metri d'altezza totale: è quasi totalmente formato di ceneri mobili, assai faticose a salire. Nel mezzo del cratere, molto più grande di quello del Vesuvio attuale, sorge un cono di scorie, massa bruna e nera, circondata da una prateria circolare, che in primavera s'adorna di fiori. Bene riparato dai venti del nord, che ritardano ed impoveriscono la vegetazione delle vette circostanti, il vallone anulare compreso fra le pareti esterne del Sishtscik ed il cono centrale possiede la flora più ricca di specie e più brillante di colori di tutta la regione [467].
      Montagne disposte in forma di catena, la cui direzione generale è parallela al litorale del mar Nero, accompagnano a nord la valle del Kara su per andare a perdersi ad ovest nell'altipiano di Sivas. Parecchi massicci, aventi ognuno il proprio nome particolare, s'innalzano sul percorso di questa catena, il Paryadres degli antichi, mentre la denominazione generale che le si dà, è ordinariamente quella di Kop-dagh, dal nome di una montagna (3,300 metri), circondata ad est ed a nord dalla strada carrozzabile da Erzerum a Trebisonda; il valico per cui passa questa strada, la più notevole della Turchia come opera d'ingegnere, è all'altezza di 2,700 metri, quasi quella dello Stelvio, nelle Alpi centrali.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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