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      Qualche convoglio fra Trebisonda e la Persia comprende 1,500 bestie da soma.
      Il trapezio di mura, che ha fatto dare il nome alla città, esiste ancora. Almeno il piano dei primi baluardi, ricostruiti parecchie volte, si ritrova sulla vecchia cinta dalle torri tappezzate d'edera; sulla cima del promontorio fra due precipizî, sorge una fortezza collegata da una cresta di alcuni metri di larghezza alla montagna vicina di Boz tepe, il "monte Grigio", composto di trachite e ceneri vulcaniche. Il palazzo dei Comneno, di cui il muro occidentale è in pari tempo quello della cittadella, domina a picco la gola profonda e verdeggiante, che fiancheggia la curva serpentina del baluardo; un castello diroccato termina le fortificazioni dalla parte del mare e le sue pietre scolpite formano scoglio: è press'a poco tutto quello che resta dell'antica Trapezos. La città turca, costruita in anfiteatro sul fianco della collina, eleva le sue case dipinte, i suoi minareti ed i suoi gruppi d'alberi al disopra della spiaggia, coperta di caicchi, e dai magazzini del quai, di colonnati tesi di reti. Fuori delle mura, sulla sommità d'una costa che domina la città ad oriente, il quartiere moderno del Ghiaur-Meidan o "Piazza degl'Infedeli" è abitato dagli Armeni, dai Greci e dai negozianti d'Europa; là si fermano le carovane dell'interno: talvolta centinaia di cammelli sono riuniti sulla grande piazza. Visitata quasi giornalmente da vapori postali, la città cambia a poco a poco di fisonomia e prende l'aspetto degli altri porti del litorale, dove la gente vestita all'europea s'impossessa gradatamente delle grandi strade, respingendo i pittoreschi indigeni nelle vie laterali.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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