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      A sud, il lago d'Eregli è piuttosto un bacino d'inondazione, che si prolunga per un centinaio di chilometri, parallelamente alla base settentrionale del Bulgar-dagh; questa vasta palude è sparsa di stagni, alcuni sempre isolati, altri che piccoli affluenti riempiono d'acqua dolce durante l'inverno, ma che ridiventano un po' salmastri in estate. Il lago d'Eregli è ancora il tributario del Mediterraneo per un ruscello che discende a sud in un bacino di marmo situato ad una diecina di metri in senso verticale. Non si sa dove rinasca questo torrente, sul versante opposto delle montagne, quantunque porti una massa liquida notevolissima, specie in primavera, all'epoca della fusione delle nevi: allora i due laghi d'Eregli e di Kara bunar, del pari che tutte le paludi della pianura inferiore, si trasformano in un vasto mare interno, largo 150 chilometri, che si stende ad ovest fino alle porte di Konieh. Fra le sorgenti che alimentano il bacino d'Eregli, un gruppo di fontane termali si riconosce da lontano pei coni che formano le acque, deponendo intorno all'orifizio le sostanze in soluzione. Come a Tambuk, la pietra finisce coll'ostruire gli sbocchi, e l'acqua sorgiva, cercando altre aperture, fabbrica un monticello dopo l'altro; l'altipiano cresce a poco a poco, mantenendo un'altezza uniforme. Sebbene appartenenti in apparenza allo stesso lago sotterraneo, le diverse fontane sono di temperatura e di composizione diverse: le une hanno più di 50 gradi centigradi, le altre sono quasi fredde.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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