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      Così i Yuruk, discendenti delle prime tribù turche giunte nel paese, appartenenti all'orda della "Pecora Nera", che comprendeva anche i Selgiucidi, sono ancora nomadi, si spostano due volte l'anno col loro greggie, fra gli accampamenti d'inverno e quelli d'estate. Alcuni possiedono vere case, come i Turchi civili,[788] ma i più non hanno che tende nere in pelo di capra o capanne di rami, nelle quali non si penetra se non curvandosi e che sono quasi sempre piene di fumo. I Yuruk non sono maomettani che di nome; la donna yuruk non è velata come la turca della città, ma non alza la testa quando passa lo straniero, a meno che questo chieda acqua o latte; allora essa si precipita per riempiere la coppa richiesta. D'ordinario, le capanne sono disposte a circolo, con la loro apertura rivolta verso la piazza comune, dove si fanno i grossi lavori e dove si delibera sugl'interessi della tribù; nei dintorni ronzano i cani affamati: ogni accampamento è un mondo chiuso, che non invita lo straniero e che tuttavia lo accoglie. A centinaia si contano le tribù yuruk sparse nell'Asia Minore; la sola provincia di Brussa ne ha più di trenta, suddivise in gruppi senza alcuna coesione geografica. Il nome generico di "turcomanni" è adoperato ordinariamente per indicare queste tribù di nomadi: è un termine vago applicato indistintamente ai pastori erranti di tutte le razze e che non indica punto un'identità d'origine coi Turcomanni dell'Asia Centrale; tuttavia parecchi scrittori fanno una distinzione fra Yuruk e Turcomanni.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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