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      Ad ovest del promontorio di Jason, considerato come il con-fine orientale delle coste pontiche dell'Asia Minore, la prima città del ricco paese di Gianik è il porto d'Unieh, avente qualche importanza pe' suoi cantieri di costruzione e per le sue cave, da cui si estraggono pietre calcari rosse e bianche, spedite ad altre città del litorale; le rocce tratte dalle cave contengono banchi d'un diaspro ondulato, che, lavorato, prende un bellissimo aspetto; colà, pensa Hamilton, Mitridate faceva tagliare quei vasi di diaspro che si compiaceva di mostrare agli ospiti. Le colline calcari dell'interno sono ricoperte di un'argilla giallastra nella quale si trovano noduli di pietra ferruginosa, con un percento piuttosto piccolo di metallo, che la gente del paese, forse discendente degli antichi Calibi, fonde e foggia in rustiche officine; il ferro, raffinato al fuoco di carbone, è del resto di qualità eccellente, ed il governo turco lo acquista pei suoi arsenali. Minatori, fabbri e carbonari, i "Calibi" d'Unieh menano una vita errante, spostando le loro capanne e le fucine, quando un giacimento sembra loro esaurito. Il paese è tutto sparso di forni in rovina e di scorie ammonticchiate [801]. Ad est, del pari che sulla costa del paese dei Calibi, si succedono alcuni porti, Fatisa, Orlu, ma, servendo di sbocco soltanto a corte valli, hanno un piccolissimo traffico: in questa regione, riparata dal promontorio di Jason, si trova il migliore ancoraggio di tutto il litorale anatolico sul mar Nero, Vona-liman: alcune navi vi si rifugiano d'inverno.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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