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      Il bacino circolare, che le alture delle isole e della terraferma sembrano rinchiudere da tutte le parti, si divide esso stesso in due porti secondarî, a nord e a sud della penisola, che porta la cittadella smantellata e la città propriamente detta. Non è molto questa rupe era un'isola; ma i rottami caduti dalle mura vicine, la zavorra delle navi e gli sterri di tutte le specie, le alluvioni d'un ruscelletto, forse anche, come affermano gl'indigeni, un lento sollevamento del suolo, hanno prosciugato lo stretto, e dove ancoravano le barche, ora sorgono case. Il quartiere moderno, abitato esclusivamente da Greci, s'arrotonda intorno alla spiaggia, lungo la baia settentrionale. Olivi misti a cipressi occupano la pianura ovale, che continua il golfo, chiusa d'ogni lato da monti pietrosi e nudi, calcari a sud e vulcanici a nord. Gli avanzi d'una città, che fu l'acropoli di Focea, si vedono a sud-est dominare un altro porto, che il golfo di Smirne proietta nell'interno delle terre: è Varia, chiamata Hagii Liman dai Turchi.
      La popolazione greca di Focea, diventata la più numerosa, mostra meno iniziativa che non presenti ordinariamente la razza ellenica: la causa sta senza dubbio nelle condizioni del loro lavoro: sono quasi tutti salinai nelle paludi salmastre, che orlano il mare a nord dell'Hermus, mantenuti in servitù dalla sorveglianza continua degl'impiegati del fisco. L'unico commercio di Focea è la spedizione del sale; nelle vicinanze della riva, s'innalzano enormi mucchi di cristalli, vere colline, delle quali una basta al carico di parecchie navi.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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