[Immagine 111.png - N. 111. -- RODI].
      Rodi, la "terra delle Rose" o meglio dei "Melagrani",[875] come lo attestano antiche monete, è una delle più grandi isole dell'Arcipelago anatolico. Per certi riguardi essa occupa una posizione privilegiata: riparata contro i venti del nord-est dalle montagne della Licia, non esposta al vento del nord, il quale, causa il richiamo dei focolai di riscaldamento d'Egitto e di Siria, si cangia per essa in vento di nord-ovest,[876] rinfrescata d'estate dalle brezze marine, essa gode d'un clima più uniforme di quello delle altre Sporadi asiatiche, e le sue valli non sono meno fertili di quelle di Scio e di Mitilene: a Rodi, meglio che a qualunque altra isola dell'Arcipelago, si applica il motto d'Ippocrate: "Non vi si conosce alcun divario di caldo e di freddo; le due temperature si fondono l'una nell'altra". Rodi è la "sposa del Sole", il "soggiorno delle Eliadi", perchè non vi è giorno dell'anno in cui il sole non squarci le nubi; "gli alberi non sono mai senza foglie, nè i giorni senza sole". Posta all'angolo stesso della Penisola, Rodi occupa un centro di convergenza sulle strade del mare, e nell'antichità, quando le navi si avventuravano raramente lontano dalle coste, era lo scalo necessario delle flotte di commercio, che giunte all'angolo del continente, dovevano cambiare di strada. Così si spiega l'importanza degli scambi che si facevano una volta nella città di Rodi, "alla quale, dice Strabone, altra non era che potesse stare al paro". Nel terzo e nel secondo secolo dell'êra antica i Rodei erano "i primi marinari del mondo"; eredi dei Fenici, che avevano avuto colonie nella loro isola, essi stabilirono allo stesso modo delle fattorie sin nella lontana Iberia, e la città di Rosas, le montagne di Roda ricordano ancora le loro visite ai promontori pirenaici.