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      Gli eserciti si sono scontrati frequentemente in questa parte dell'Asia Minore, durante le Crociate, poi nelle guerre intestine dei Turchi; nel 1832 le forze egiziane comandate da Ibrahim pascià vi riportarono una vittoria, che avrebbe aperto loro la porta di Stambul senza l'intervento delle potenze europee. Konieh, città decaduta, è più curiosa pe' suoi monumenti del medio evo che per la sua industria presente. Le sue mura e le sue torri hanno conservato le loro scolture e le loro iscrizioni, greche, arabe, turche, che rammentano i diversi regimi subiti da Iconium; le moschee del tempo dei Selgiucidi, quasi tutte molto decadute, sono le più belle della Penisola per l'eleganza degli arabeschi e la varietà degli smalti; il "minareto che sale alle Stelle" è un capolavoro di delicatezza per la forma ed il colore degl'intrecci. L'oasi di giardini che circonda Konieh, è come assediata dal deserto; ma ad alcune ore verso l'occidente s'aprono valloni ombrosi, che provvedono la città di legumi e di frutta. A nord-ovest, Zilleh, co' suoi tetti di terra rossa, dominati da pareti di trachite parimenti rosse, è una borgata prospera, interamente popolata di Greci, che discendono dall'antica popolazione ellenica espulsa da Iconium;[884] nei dintorni si trovano giacimenti di schiuma di mare. Il servizio delle poste in Anatolia è affidato da tempo immemorabile ad una tribù tartara dei dintorni di Konieh, tutti gli uomini della quale possono dire con orgoglio che nessuno mai ha demeritato della fiducia pubblica.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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