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      È probabile che nell'insieme vi sia progresso: la risultante generale di tutti gli elementi in conflitto sembra indicare un aumento della popolazione e del suo benessere.
      Il contrasto violento fra le due metà dell'Anatolia, quella del litorale, che tende a diventare europea, e quella degli altipiani, che appartiene ancora all'Asia Centrale, dovrà certo attenuarsi in un avvenire prossirno. Divisa in bacini divergenti che s'inclinano verso mari distinti e sono separati da cavità senza scolo, la Penisola non aveva unità geografica: ma questa unità, che le fu negata dalla natura, comincia ad esserle data dall'uomo. Il commercio, facilitato dalle vie di comunicazione, livella gli ostacoli primitivi, toglie alle linee di spartiacque, ai dirupi delle montagne, la loro influenza una volta decisiva sui movimenti della storia, rallenta a poco a poco i vincoli di dipendenza che attaccavano le popolazioni alla gleba nativa. Già i vagoni ferroviari cominciano a far concorrenza nell'Asia Minore ai 160,000 camelli da soma che seguono le strade delle carovane. Appena l'interno dell'Anatolia sarà diventato facilmente accessibile come i paesi dell'Europa e dell'America già forniti d'una rete di strade ferrate, si vedrà abbassarsi la barriera che separa l'uniforme altipiano dal contorno dentellato delle coste: passo passo l'azione esterna si farà sentire fin negli alti pascoli percorsi ora dai Yuruk. La forma stessa dell'Asia Minore l'apre anzitutto alle imprese degli Europei. Su tre faccie è bagnata dal mare, e da Batum, diventata russa, a Mersina, posta dirimpetto ad un'isola già inglese, tutti i porti sono altrettanti punti d'attacco; infine, pel suo lato continentale, l'Anatolia, un tempo in libera comunicazione colle tribù kurde, turche e turcomanne delle montagne mediche, è ora limitrofa d'una potenza europea; essa è presa alle spalle, ed anche da questo lato la rete delle strade s'accrescerà rapidamente.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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