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      Nondimeno l'insieme del paesaggio, che si contempla dalle sue rive, non ha l'apparenza funebre che gli attribuisce l'immaginazione; i dirupi, che s'adergono a picco fuori dell'acqua azzurra, innalzandosi a scaglioni successivi, la forma, ardita delle creste che si profilano nel cielo a 1,000 o 1,200 metri sul livello del lago, la varietà di tinte, che presentano le rocce, dal rosso cupo al bianco abbagliante, danno al quadro un carattere grandioso, mitigato qua e là dal contrasto di piccole masse di verde, salici, tamarischi, acacie, che si accalcano intorno alle fontane.
      La superficie del lago, che varia secondo l'abbondanza d'acqua che gli porta il Giordano, può essere valutata in media a 926 chilometri quadrati, e la sua altezza oscilla fra 392 e 395 metri sotto il livello del Mediterraneo; dalla metà del secolo il livello s'è innalzato: l'isoletta di Rigim-el-Bahr, presso la costa settentrionale, non è molto era un promontorio; la strada, che l'unisce alla riva, è ora sott'acqua [994]. La più grande profondità marina, non lontano dalla foce del torrente di Zerka Main, presso la riva nord-orientale, è di 399 metri;[995] lo spessore medio dello strato liquido è di 330 metri circa nella parte del bacino, cui limita a sud la penisola di Lisan, piccola catena rocciosa, che un istmo di sabbia pura collega alla costa di Moab. Quando le acque sono molto basse, si può passare a guado dalla penisola alla riva occidentale; in nessuna parte il golfo circolare, che forma l'estremità meridionale del lago, ha oltre 4 metri di profondità; è un semplice bacino d'inondazione, prolungante a sud l'unica cavità, che meriti il nome di mare pe' suoi abissi, per il movimento delle sue onde ed anche per le sue correnti, che si portano da nord a sud, seguendo la linea di mezzo del bacino, e per le sue controcorrenti, che rifluiscono a destra ed a sinistra, parallelamente al litorale [996]. A sud, la depressione del Ghor continua con antichi fondi inondati, che sono in parte ricoperti da macchie di canne; alla base occidentale dei monti si distende una foresta di sottili tronchi d'alberi stretti gli uni agli altri, "come i bastoni d'una fascina", intrecciandosi anzi ed attorcigliandosi coi loro rami spinosi: nei luoghi aperti la terra umida e grassa dà abbondanti messi di cereali [997].


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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