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      Le sorgenti di nafta che esistono probabilmente nelle profondità, sembrano accennare a formazioni geologiche analoghe a quelle degli strati della Persia occidentale e della Mesopotamia, da cui trasudano materie bituminose. Le rocce vulcaniche non sono rappresentate nel bacino e sul contorno eccetto nelle montagne transgiordaniche; ma in nessuna parte s'è osservata traccia d'azione vulcanica recente; nessun indizio giustifica l'ipotesi, ancora difesa da dotti autori,[1001] d'una eruzione che avrebbe seppellito, quattromila anni fa, Sodoma, Gomorra e tre altre città della regione. Nè strati di cenere, nè colate di lave, sotto le quali si potrebbero cercare rovine di città, si vedono intorno al lago. Del resto, invano si sono cercate le "città maledette": i siti indicati dagli Arabi come le città inghiottite e mostrate a de Saulcy, a Delessert e ad altri viaggiatori, sono avanzi insignificanti. Il Giebel Usdom o "montagna di Sodoma", lunga e stretta collina dell'altezza d'un centinaio di metri, si innalza, completamente isolata, nella pianura del litorale, verso il sud-ovest del lago; si compone interamente di salgemma, qua e là colorato in verde e rosso, e rivestito nella cima d'uno strato argilloso d'un bianco sporco [1002]. Le guglie, che rendono irta la cresta, hanno una vaga rassomiglianza con statue drappeggiate: gli Arabi ne designano una come la "moglie di Loth", cangiata in blocco di sale quando si voltò per veder fiammeggiare le "città dell'inferno". Fra le specie della flora locale si mostrano del pari le piante maledette, che portano frutti non aventi che una polvere acre sotto un involucro appetitoso.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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