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      Nella depressione del Ghor, le linee d'eguale temperatura sono disposte in ovali concentriche, secondo il contorno dei dirupi; in media la temperatura è sei gradi più alta sulle rive del mar Morto che sull'altipiano di Gerusalemme.
      Vi sono due sole stagioni in Siria, l'estate e l'inverno, che è nello stesso tempo il periodo dei freddi e delle piogge. Nella stagione calda, il cielo è d'una purezza inalterabile; le piogge cadono soltanto dalla fine d'ottobre o dal principio di novembre al mese d'aprile. È raro che questa stagione rigorosa porti neve, ma si citano anni eccezionali. Così nel 1753 le nevi coprirono una gran parte della Palestina, ed il freddo fu così intenso che gelarono parecchie persone nelle vicinanze di Nazareth; nel febbraio del 1797 le colline di Gerusalemme restarono completamente bianche per dodici o tredici giorni; anche a metà d'aprile, segnatamente nel 1844, si sono veduti cadere fiocchi di neve. Sono quasi sempre i venti dell'ovest o del sud-ovest che recano la pioggia. Le altre correnti aeree sono accompagnate da siccità: si temono sopratutto i venti del sud e del sud-est, lo scirocco o sciurkayeh - l'orientale, - soffio del deserto, che brucia e dissecca la vegetazione. L'aspetto della natura cambia colle piogge: in primavera, quando la terra ha ricevuto molta acqua, si riveste di verde e di fiori; nel paese di Moab si vedono talvolta fin settanta specie fiorite in uno stesso vallone; le sabbie spariscono sotto un tappeto multicolore; alcune settimane dopo non si scorge più un filo d'erba verde [1010]. Malgrado l'abbondanza delle piogge d'inverno, le campagne sono grigie fin dalle prime settimane dell'estate; in nessun luogo si vedono praterie od altra vegetazione spontanea fuori di quella degli arbusti e degli alberi spinosi.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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