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      Il sito era mirabilmente scelto per la costruzione d'una grande capitale. Là vicino, all'angolo nord-orientale del Mediterraneo, il golfo di Cilicia s'addentra profondamente nelle terre; là si trova il punto preciso in cui si incontrano tre grandi vie delle genti. L'una si dirige verso Costantinopoli, attraversando obliquamente la Penisola dell'Asia Minore; l'altra guadagna l'Egitto e l'Arabia pel litorale della Siria e della Palestina; la terza, infine, penetra nella Mesopotamia per la valle dell'Eufrate, che, in vista d'Antiochia, descrive un enorme circuito dalla parte del Mediterraneo. La natura stessa indicava in questo punto la posizione d'un gran centro di commercio. Antiochia, infatti, fu in due epoche diverse una delle città più attive pel movimento degli scambi, nei primi secoli dell'êra cristiana e sotto il dominio dei Crociati: allora le carovane vi portavano le derrate preziose dell'India, e moltitudini d'operai vi fabbricavano le ricche stoffe note in Oriente sotto il nome di drappo d'Antiochia; mercanti italiani vi avevano stabilito fiorenti in colonie. Ma il suolo freme spesso: nessuna città ebbe maggiormente a soffrire per le vibrazioni terrestri. Nell'anno 115 il numero delle persone schiacciate dalla caduta degli edifizî sarebbe stato di 260,000: è probabilmente la catastrofe di questo genere più micidiale, di cui l'umanità abbia avuto a soffrire. Nel 583 un altro terremoto atterrò la città, ed i superstiti tentarono invano di riconoscere il posto delle loro case in mezzo alle rovine.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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