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      Palgrave lo valicò in due giorni alla fine del mese di luglio, durante la stagione torrida; i Blunt viaggiavano alla metà di gennaio, meglio forniti di viveri e d'acqua, e le loro tappe erano la metà più brevi; tuttavia essi pure poco mancò non perissero il secondo giorno. Huber attraversò il Nefud senza pericolo.
      [Tavola 71.png - FULGI. -- VEDUTA PRESA NEL NEFUD DEL NORD. Disegno di G. Vuillier, da uno schizzo della signora Blunt].
      Il lembo settentrionale del deserto è un'estensione pietrosa, simile ad una spiaggia abbandonata, e qualche duna di sabbia fiancheggia il litorale dell'antico mare, altre distese, a piè dei monti del Negied, sono composte di ghiaja granitica, nota sotto il nome di batha;[1132] ma il Nefud propriamente detto consiste unicamente in una sabbia a grossi grani, di color rosso, quasi cremisino dopo le piogge torrenziali, od alla mattina sotto l'umidità della rugiada: in pieno sole, quando il viaggiatore sente già il brivido della febbre invaderlo ed i suoi occhi mezzo acciecati cercano invano un punto dello spazio che possano guardare senza soffrire, gli sembra di attraversare un mare di sangue o di fuoco: sono "onde di fiamma", che sollevano i venti. Le ondulazioni della sabbia, che si susseguono alla superficie del Nefud, raggiungendo in certi punti l'altezza di 100 metri, parve al signor Blunt non avessero alcuna direzione precisa e fossero sparse nello spazio con molto disordine. Palgrave le paragona a lunghi flutti marini, simili ai lunghi increspamenti che si formano sotto il soffio dei venti alisei; secondo lui, la loro orientazione normale sarebbe da nord a sud.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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