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      La folla lotta di velocità colla piena, e le fa corteo come ad una divinità.
      Ma allo sbocco delle montagne gli agricoltori dispongono d'una piccola parte dell'acqua caduta. Là dove cominciano le sabbie ed i ciottoli del deserto, spariscono anche le correnti. Alcune sorgono di nuovo nei bassifondi e formano delle oasi, quando l'acqua non s'è saturata di sale nelle profondità: ve n'ha pure che si raccolgono in laghi permanenti o temporanei nelle cavità argillose. Quando l'acqua di questi bacini s'è svaporata, gli uni sono bianchi d'efflorescenze saline, gli altri, la cui acqua era dolce, non offrono che la superficie bruna della cavità, tutta screpolata da fessure regolari; ma a breve distanza si vede ancora la luce riflettervisi come sopra una superficie liquida: in nessun luogo il miraggio dell'acqua si produce più frequentemente ed in modo da produrre un'illusione più completa che nei punti, in cui era da aspettarsi naturalmente di trovar l'acqua, vale a dire nei bacini dei laghi prosciugati: si direbbe che, scomparendo, il bacino lacustre lascia almeno la sua immagine [1140]. Non meno preziosa in Arabia di quello che in Persia o nell'Afganistan, l'acqua non vi è utilizzata con altrettanta industria: nella Penisola, fuori che in qualche valle dell'Oman, in certe parti del Negied e nella regione delle città sante, non si conosce l'arte d'imprigionare i ruscelli all'uscita delle montagne e condurli ai terreni irrigui per canali sotterranei, perforati da pozzi a distanze eguali.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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