Pagina (949/1124)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Affinchè l'aria non ne sia appestata, bisogna che tutti gli abitanti si mettano all'opera per seppellire quei mucchi di carne putrefatta. Qual'è la ragione di tanta mortalità dei pesci? Gl'indigeni l'attribuiscono all'emissione di un latte di pesce velenoso, mentre King ci vede l'effetto di fenomeni elettrici prodotti dal cambiamento delle stagioni [1164]. Le miriadi d'organismi che periscono sotto gli strati incessantemente rinnovantisi d'organismi successivi, bastano in certi punti per alimentare sorgenti di materie oleose, trasudanti sull'orlo delle spiaggie [1165]. Un certo lavoro di spinta deve farsi sentire sotto il litorale, dacchè il livello di migliaia d'isole coralline supera attualmente di parecchi metri il livello del mare. A tale riguardo la testimonianza dei viaggiatori, da Niebuhr in poi, è unanime: tutti hanno osservato antichi banchi di corallo e fondi salini ora attaccati alla terraferma; alcune baie sono diventate stagni chiusi alle navi, ed antichi isolotti si sono convertiti in promontori [1166]. Sulla costa orientale dell'Arabia, presso lo stretto d'Ormuz, sembra invece probabile un fenomeno contrario, l'abbassamento del suolo [1167].
     
      V.
     
      Se la flora marina dell'Arabia è d'una ricchezza estrema, quella della terraferma è in proporzione meno svariata. Per la regione, che separa l'Idumea dall'Eufrate, l'Arabia settentrionale appartiene alla zona delle steppe. Gli alberi mancano quasi completamente, e la vegetazione delle erbe e delle piante legnose basse non dura che i mesi di primavera; sin dalla fine di maggio, la natura ha assunto il suo aspetto di triste aridità; ad eccezione delle artemisie e delle mimose, tutti i vegetali sono appassiti e prendono la tinta del suolo circostante [1168]. A sud delle steppe siriache, l'Arabia centrale fa parte della zona del deserto, egualmente povera di specie vegetali; però gli alberi non vi sono ignoti: le oasi hanno i loro dattolieri in varietà numerose; il Nefud stesso ha il gadha, dal fusto bianco, dalle fronde grigiastre; il talh, dalle foglie rotonde, scarsamente distribuite sui rami spinosi; il nebaa, dal verde brillante; il sidr, specie d'acacia, di cui ogni ramo sembra un'ala di piume fine.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





King Niebuhr Arabia Ormuz Arabia Idumea Eufrate Arabia Arabia Nefud