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      Ma almeno la loro breve vita è raramente interrotta dalla malattia: i più sobri degli uomini, i Beduini sono del pari fra quelli che hanno la salute più robusta, la testa sempre libera, lo spirito sereno e ben disposto. Fin dall'infanzia hanno imparato a dormire sul duro, a subire il calore del mezzodì, a non aver bisogno di lunghi sonni e di cibo abbondante; non hanno alcun liquore forte, fuori del lebben o latte acido, che stimola leggermente senza mai inebbriare; mangiano una sola volta al giorno, e la somma dei loro alimenti è proprio minima, in confronto dei pasti giornalieri dell'occidentale: a sei once soltanto, ossia a circa 170 grammi, Volney valutava l'alimentazione quotidiana del Beduino in carne, frutta o grani. L'Arabo ha canti per glorificare la sua vittoria sulla fame, come la maggior parte dei popoli ne ha per celebrare i godimenti gastronomici l'ebbrezza del vino e della birra [1184].
      Io sono il Figlio della Pazienza
      , dice un poema eroico dell'Arabia, e tale infatti è la virtù cardinale del Beduino; ma questa pazienza la mette a servizio della sua passione o del suo entusiasmo. Egli deve sfidare la fame e la sete, il freddo ed il caldo, la fatica estrema nelle lunghe marcie, e raramente gli accade di far sentire un lamento. Malato o ferito, si ritira in un canto, come l'animale, e soffre in silenzio, egualmente preparato alla guarigione od alla morte. Dolcissimo colle donne e coi fanciulli, non s'abbandona alla collera se non contro i forti; ma è raro che nelle razzie o nelle guerre si possa accusare di crudeltà. Secondo il diritto delle genti riconosciuto nella regione delle steppe da un tempo immemorabile, ogni tribù può "alzare la mano" entro le tribù vicine e cercare di prendere loro le mandre; ma il costume vuole che questi saccheggi a mano armata si facciano, se è possibile, senza effusione di sangue; anche quando è versato nel combattimento, il sangue deve essere pagato tosto o tardi col tar o vendetta, e fa nascere per secoli guerre di astuzie e d'imboscate: i più arditi indietreggiano davanti a questo terribile obbligo dell'omicidio per l'omicidio o dell'enorme diyah o "prezzo del sangue", che impone la legge del taglione.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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