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      Il loro maomettanismo consiste semplicemente nel dire che "Dio è Dio" e nel prenderlo a testimonio nelle loro affermazioni; ma essi non lo pregano nè gli rendono azioni di grazie. Fra tutte le "nobili" tribù delle steppe, una sola, gli Sciammar, ha il suo mollah, agli stipendi d'uno sceikh che ha preso le abitudini dei cittadini. Le mezze caste dei fellah, che coltivano le campagne sulla sponda dei fiumi, sono disprezzate dai Beduini, non solo a causa dei loro costumi sedentari e dell'oppressione che sopportano, ma anche a causa delle loro pratiche religiose, considerate da essi come un segno d'abbassamento. È probabile che le vestigia dell'antico sabeismo abbiano ancora presso i Beduini il sopravvento sull'influenza maomettana, perchè, secondo parecchi viaggiatori, diverse tribù avrebbero l'abitudine d'inchinarsi davanti al sole al suo levare; una popolazione, quella degli Zediyeh, nelle pianure settentrionali, invocherebbe del pari l'angelo decaduto, come i Yezidi; ma i loro vicini non si scandalizzano punto per questa "adorazione del diavolo"; sono maggiormente sorpresi perchè gli Zediyeh portano le camicie tagliate in quadrato intorno il collo [1195]. Se i Beduini sono fra i popoli della Terra che si preoccupano meno di dogmi religiosi, essi sono pure nel novero di quelli, la cui vita è meno governata da pratiche superstiziose; alcuni portano amuleti, ma non lo confessano volentieri; non si occupano del valore mistico dei numeri e dei colori, non consultano il volo degli uccelli o la corsa delle belve, non perdono il loro tempo ad interpretare i sogni.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume IX - L'Asia Anteriore.
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1891 pagine 1124

   





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