1227 La città, che rassomiglia a quelle della Siria per l'aspetto delle sue case a musciarabie, non ha edifizi ragguardevoli, ed anche la famosa moschea di El-Haram è una costruzione delle più semplici: là si trova la tomba del Profeta, circondata da una griglia, che i più grandi dignitari possono raramente varcare. Ma i pellegrini constatano che la leggenda tanto diffusa, secondo la quale la tomba sacra fluttuerebbe nell'aria senza essere sostenuta, non è giustificata. La gran moschea di Medina possiede anche le spoglie d'Abu-Bekr, d'Omar e di qualche altro dei santi più illustri dell'Islam; talvolta pellegrini sciiti hanno profanato quelle tombe, lanciandovi sozzure avvolte in stoffe di valore: questi atti di fanatismo sono stati generalmente seguiti dall'eccidio di tutti i Persiani di Medina.
      La "porta" di Medina sul mar Rosso è Yambo, posta oltre 200 chilometri in linea retta a sud-ovest: le si dà ordinariamente il nome di Yanbua-el-Bahr o "Yambo del Mare", per distinguerla da Yanbua-el-Nakhl, la "Yambo dei Palmizi", che giace in un'oasi a più di 30 chilometri nell'interno. Veduta dal mare, Yambo appare, sul fondo grigio del deserto, come una linea bianca fra l'azzurro delle onde e quello del cielo. Del resto, essa non ha monumenti ragguardevoli; quello che la richiama meglio alla memoria dei viaggiatori, è l'acqua pura e fresca delle sue sorgenti, tesoro sconosciuto a quasi tutte le altre città del litorale.
      Yambo è l'ultima agglomerazione urbana delle rive del mar Rosso. A nord, il solo porto della costa frequentato dalle navi è quello d'El-Wegi, posto già in territorio egiziano.