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      Diversi popoli berberi, come gl’Imôhagh o Tuareghi dell’Ahaggar e dell’Azger, e gl’ Imâzighen o Kabili, ossia le «tribù», principalmente quelle del Marocco, sembrano di razza pura; ma nelle pianure e sopratutto nelle città gl’incroci hanno modificato il tipo in mille maniere e dato origine a popolazioni meticcie, conosciute sotto i nomi più diversi. Come in Europa il sangue «mauro» o moro scorre ancora nelle vene degli abitanti dell’Andalusia, di Murcia, di Valenza e dell’Algarvia, così in Africa Fenici, Romani, Vandali, Spagnuoli, Provenzali, Italiani, Greci e Francesi hanno lasciato traccia del loro passaggio, quali schiavi o quali conquistatori. D’altra parte, i negri autoctoni del Sahara e quelli importati dal sud in tutte le contrade della Barberia, si sono incrociati variamente colle tribù berbere, mentre i conquistatori dell’est, i cosidetti Arabi, misti a Siri ed Orientali di ogni provenienza, hanno aggiunto nuovi elementi alla razza già tanto impura. Si è giunti anzi a dare il nome di «Arabi» ad una gran parte della popolazione mauritanica, che lo merita soltanto per l’idioma, la tradizione della conquista, la fede religiosa e qualche incerta genealogia.
      Nel bacino del Nilo si trova del pari un gran miscuglio di sangue, ma gli elementi europei, i Turchi, non hanno contribuito che in piccola parte agl’incroci; mentre nella formazione di parecchie popolazioni dell’Africa nord-orientale hanno avuto un’influenza preponderante i Semiti, Arabi ed altri. Numerosi storici hanno voluto fare una distinzione assoluta, per l’origine primitiva, tra gli Egiziani ed i rivieraschi del Nilo a monte delle cateratte: pareva loro che gli abitanti delle tre province egiziane, tanto notevoli per la storia della civiltà, si dovessero riunire ai Semiti o agli Ariani o considerare come una razza distinta; cercavano di ridurre i Retu (Rotu), ossia le antiche popolazioni del Nilo inferiore, ad un ceppo di Proto-Semiti, donde sarebbero discesi anche gli Arabi(38). Sebbene gli argomenti della glottologia non abbiano un valore assoluto, è ammesso generalmente che la famiglia «hamitica» dei linguaggi, comprendente l’egiziano antico, il galla, il berbero(39), offra una lontana affinità d’organismo cogl’idiomi semitici; ma la parentela più sicura sarebbe quella dell’egiziano antico e del suo derivato moderno, il copto, coi dialetti berberi(40). Il tipo dei Retu poi, che si riproduce in quello dei moderni Fellah malgrado gl’incroci e le modificazioni d’ogni specie generate dal tempo, non ha nulla di semitico.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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