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      Da quell’epoca la lista è cresciuta di molto: i nomi di Flatters e de’ suoi compagni, di Schuver, di Sacconi e di tanti altri si sono aggiunti al martirologio della scienza(59).
      Nella storia delle scoperte africane, come in quella di tutte le altre conquiste dell’uomo, i progressi non sono avvenuti in modo continuo: l’opera dell’esplorazione s’è fatta a slanci successivi, talvolta seguiti da temporanei regressi. Fra il primo viaggio di circumnavigazione, che Erodoto dice compiuto sotto il regno del Faraone Necone(60), e quello di Vasco di Gama passarono ventuno secoli, e nell’intervallo ricaddero nell’oblio numerose scoperte già fatte: i geografi del secolo decimoquinto non conoscevano i risultati delle antiche esplorazioni nell’interno della Libia che dalle tavole scorrette di Tolomeo, rese anche più errate dagli sbagli dei copisti e dall’immaginazione dei commentatori; si dovettero scoprire di nuovo le coste già conosciute dai Fenici, perocchè Annone aveva navigato, diciannove secoli prima dei Portoghesi, fino al sud del Senegal, verso Sierra Leona(61). Anche dopo il periplo di Gama e la conquista d’una gran parte del littorale per opera dei Portoghesi, la conoscenza delle regioni già visitate andò perduta più d’una volta, sopratutto per la gelosia delle nazioni dominatrici che voleano tenere per sè i segreti delle scoperte. Adesso gli eruditi cercano patriotticamente di rivendicare ai rispettivi paesi l’onore d’essere stati i primi ad esplorare terre africane successivamente dimenticate.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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