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      Questi battelli, montati da 10 a 48 rematori, non procedono che a forza di pagaja: non hanno nè albero nè vela: formati di tronchi d’alberi male squadrati e rattenuti da rami flessibili, calafatati con iscorze miste a fango, non resistono affatto alla pressione dell’acqua e le disgrazie sono frequenti: i rematori non si arrischiano molto lungi dalla riva. Non ha guari le flotte di Ganda non osavano avvicinarsi all’isola d’Uvuma: armati di un semplice coltello, gl’isolani nuotavano verso le barche, si tuffavano a qualche distanza per giungere sotto la carena, di cui recidevano i legami legnosi: in pochi secondi la barca era smantellata dai flutti e i rematori lottavano colla morte(84). I pericoli della navigazione sul N’yanza assicurano alle divinità del lago una gran venerazione per parte di tutti i littoranei. Questi dei, che risiedono nelle isole, non si degnano di comunicare coi mortali se non per mezzo di ambasciatori, cui parlano colle mani piene di doni(85). Più presto non si creda, i piroscafi avranno sotto a questi il loro prestigio e li faranno rientrare nelle fila di semplici mortali. Quando l’americano Chaillé-Long volle imbarcarsi sul lago, il re d’Uganda fece troncare le teste di sette maghi che venivano adorati e ad un tempo esecrati come i genii maligni del lago: sperava così di favorire il viaggio del suo ospite(86). Le tempeste, le trombe sono frequenti sul lago. Wilson ha constatato l’esistenza di una corrente costante, che si fa sentire nel golfo di Speke e si muove nella direzione dell’occidente, parallelamente al lido; è cagionata dall’aliseo di scirocco, che soffia regolarmente durante quasi tutto l’anno.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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