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      L’acqua sovrabbondante del mare interno esce lentamente per un largo golfo della costa settentrionale aperto al nord dell’isola di Uvuma; poi gradatamente ristretta in fiume, precipita il suo corso; quivi appunto si forma il Nilo. Appena la corrente uscita dal lago ha preso l’aspetto d’un corso d’acqua, raggiunge l’orlo di una soglia donde piomba in cascata: è la Corrente delle Pietre. Un gruppo di scogli, con pochi alberi, s’innalza quasi in mezzo alla cascata, largo circa 400 metri; altri massi di pietra, meno elevati, dividono la corrente a dritta e a sinistra, e più giù altri scogli sono disseminati nella corrente, in mezzo alla massa spumante e vorticosa: da ciò il nome di Gingia o Pietre, sotto il quale gli abitanti dell’Uganda dinotano la cataratta. Speke le dà il nome di «Cascate di Ripon» Riponfalls: così è generalmente indicata sulle carte. L’altezza verticale della cascata è di 4 metri, e non pertanto i pesci che si accalcano sull’orlo dell’acqua che si precipita, si slanciano a centinaja ad un tempo per ricadere nella corrente inferiore. Un navicello attraversa il fiume tranquillo a piccola distanza al di sopra di Gingia. La veduta del lago è in gran parte nascosta da un promontorio boscoso; un piccolo gruppo di palme sopra una penisola bassa indica la linea di separazione tra le acque del golfo e la corrente fluviale. Al di là, alcune isole verdeggianti sembrano continuare le colline della terraferma.
      Secondo Stanley, il Nilo, chiamato qui Kivira, sarebbe circa un terzo più considerevole del Tanguré, l’affluente principale del gran lago.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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