Pagina (241/1017)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Era già opera considerevole l’aver conquistato alla coltivazione una superficie estesissima, in cui si contavano, dicesi, fino a cinquecento villaggi. Ma secondo un’ipotesi probabilissima, fondata sull’attenta esplorazione della contrada, ipotesi che l’ingegnere Linant de Bellefonds(146) ha cercato di far prevalere, la parte più alta delle terre riguadagnate sul mare interno sarebbe stata messa a profitto per la creazione di quel lago Meride, che fu una delle meraviglie del mondo, e che si deve considerare ancora, tanti secoli dopo la sua scomparsa, come uno dei prodigi dell’industria. Ciò che all’ipotesi di Linant dà la più gran probabilità, si è che anche ai dì nostri, in quel paese di Egitto ove le tradizioni sono così durevoli, i bacini, ove si ammassa l’acqua eccedente delle piene per riversarsi poi sulle campagne assetate, sono costruiti precisamente allo stesso modo che pare sia stato il serbatoio del Meride, a giudicare dall’aspetto dei terreni. Avanzi di dighe, che hanno in certi siti 9 metri di altezza e 60 metri di base, s’innalzano nella parte orientale del Fayûm: eran quivi senza dubbio gli orli dell’immenso bacino in cui venivano, in tempo di piena, a rovesciarsi le acque del Bahr Yusef, valutate tra la ventiquattresima e la ventottesima parte del Nilo: piramidi che si ergevano agli angoli di questa chiusa, e di cui si sono trovati gli avanzi, narravano la gloria del faraone Amenemha III, sotto il cui regno, quarantasette secoli prima dell’apertura del canale di Suez, par che sia stato formato il magnifico serbatojo del Meride.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





Linant Bellefonds Meride Linant Egitto Meride Fayûm Bahr Yusef Nilo Amenemha III Suez Meride