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      Di presente l’apertura biforcuta del delta, chiamata Batn el-Baquara o «Ventre della Vacca», è a 21 chilometri dal Cairo seguendo le sinuosità del fiume disseminato d’isole: lo spostamento adunque è stato di circa 7 metri l’anno. In tutto il resto del delta hanno avuto luogo mutamenti consimili; i meandri hanno corroso ora a destra ed ora a sinistra il suolo mobile delle alluvioni; semplici fossi sono divenuti larghi letti, mentre altrove copiosi fiumi si sono disseccati; ogni particella di terreno è stata a vicenda ripresa e abbandonata dalle correnti. Obbedendo ad idee mistiche sul valore dei numeri, gli scrittori dell’antichità sono concordi nell’annoverare sette rami principali nel delta; gli altri affluenti del fiume non erano per essi che «false bocche»: la minima quantità della loro acqua, spesso arrestata da un interrimento all’entrare nel Mediterraneo, permetteva di non vedere in esse che scoli senza importanza. Del resto, con continui lavori di cavafanghi, di arginature, di incanalamenti, si manteneva durante la buona stagione la direzione normale dei fiumi, necessaria alla buona coltura delle campagne. Sarebbe impossibile segnare sulla carta il corso dei sette antichi rami del delta; perocchè, abbandonati a se stessi, cominciavano di nuovo a vagare nella pianura, cambiando di posto ad ogni nuova piena; ma si è presso a poco d’accordo sull’orientazione generale di questi fiumi niliaci, e v’ha qualche fossato abbandonato ove il fiume non rientra se non durante le inondazioni, v’ha parecchi avvallamenti nel fondo dei canali naturali della costa, che possono essere indicati come tracce degli antichi alvei.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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