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      cui gli Egiziani imprendevano già i più grandi lavori di canalizzazione, il livello delle campagne niliache sarebbesi dunque sollevato di più di 6 metri(153), benchè il delta abbia sì debolmente invaso il dominio del mare. È vero che la maggior parte dei monumenti costruiti in vicinanza del fiume sono ora sepolti nella terra fino ad una certa altezza: le lastre di pietra che ricoprono i grandi viali di sfingi dinanzi a Karnak sono nascoste dai depositi del Nilo; così pure le statue colossali di Mennone, situate a poco più di 2 chilometri dal fiume, hanno quasi tutte il piedestallo sprofondato nelle alluvioni, e un’iscrizione greca, che senza dubbio era stata scolpita ad altezza d’uomo, si dovette cercare sotto terra. Ma coteste non sono prove del sollevamento del suolo, poichè le gravi masse degli edifizi e sopratutto massi come i colossi di Mennone, debbono sprofondarsi gradatamente nel suolo d’alluvione delle campagne che costeggiano il Nilo: la sala ipostila in Tebe, che fu evidentemente costruita al disopra del livello delle piene, è inondata ogni anno e vi si passeggia in barca(154). A questo modo i massi erratici della Svizzera e i colonnati dei templi romani penetrano sempre più nella terra mobile che li sostiene. Il nilometro scoperto da Girard nell’isola di Elefantina è forse uno di tali monumenti le cui fondamenta si sono abbassate: al presente il livello delle piene supera di 2 metri e mezzo le antiche misure; ma da ciò non si può inferire che l’altezza dell’alveo e delle rive siasi accresciuta altrettanto.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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