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      Come nella maggior parte delle tribù selvaggie, agli uomini spetta il premio della civetteria. Come i Madi, loro vicini a settentrione, e come i Lango, loro vicini a mezzodì, gli Sciuli passano gran parte della loro vita a dipingersi e ad ornarsi: la mole della loro chioma, che ciascuno innalza a suo talento, varia di forma, secondo il gusto individuale; ma sempre vien coltivata colla maggior cura; ve n’ha alcuna che si erge a più piani, mescolata ad ornamenti di ogni fatta, fiocchi di lana, ghirlande d’erbe, anelli, monili di perle, e a gran pena colui che porta questo monumento d’architettura osa muovere la testa nel camminare. I ricchi eleganti si gittano una pelle d’antilope sulle spalle, i poveri hanno almeno la spoglia d’una capra, e le mani, le gambe, il collo sono carichi di braccialetti di ferro; sotto questa massa di metallo che comprime muscoli e vene, devono muoversi assai lentamente; per guardare a dritta o a sinistra, lo Sciuli di buona famiglia dee rivolgersi tutto d’un pezzo. Filari di perle rosse e bianche, amuleti di seta, di radici, di denti e di corna compiono il vestimento. A paragone degli uomini, le donne sono molto scarsamente vestite: un mantello, una lunga coda come quella dei Niam-Niam, qualche conteria e alcune pitture, ecco tutto il vestiario delle donne maritate; le giovinette vanno nude. Gli Sciuli, i Lur, i Madi si distinguono dalle tribù vicine pei riguardi che hanno per le donne nella vita sociale. Le giovani puberi, che vivono segregate in capanne destinate per loro, hanno il diritto di scegliersi uno sposo prima che vengano comprate ai loro genitori.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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