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      I Bari sono rimasti colle loro pratiche di magia, col loro antico culto animista, colla loro adorazione del serpente che chiamano «gran madre», colla loro venerazione pei morti, che assettano con molta cura nelle tombe. Un tempo, essi dicono, si poteva salire al cielo mercè una corda legata agli astri, ma questa corda si è rotta(216). Non si vedono più le rovine della chiesa, centro delle missioni dell’alto Nilo, e solo un bel viale di limoni segna il sito di ciò che fu la «città» di Gondokoro; i mattoni della casa dei missionarii austriaci sono stati pestati e mescolati al grasso per dipingere il corpo degl’indigeni. Il pascià Samuele Baker aveva fatto di Gondokoro il capoluogo del suo governo, sotto il nome di Ismailya; ma il deviamento del fiume, la formazione di paludi e di banchi di sabbia, determinarono Gordon ad abbandonare quel posto: si stabilì a una ventina di chilometri sotto corrente, a Lado o Lardo, sulla sponda della riva occidentale del fiume. Questa città, di cui veggonsi al disopra dello steccato gli edifizii di mattoni, con tetti di ferro battuto, presenta un’assai bella apparenza, paragonata ai villaggi circostanti; un passeggio circonda la città; un eucalitto, piantato da Emin beì, domina già dall’alto le case; alcune navi stanno talvolta ancorate presso la banchina. Le altre stazioni del paese dei Bari, sopra corrente di Gondokoro, sono quelle di Kirri e di Bedden, innanzi alla quale una chiatta fissa attraversa il fiume. A scirocco di Gondokoro sorgono i villaggi di Billigong o Belenian, celebri per le loro miniere di ferro e pei loro opificii, dove fabbricano giavellotti o lance.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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