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      Quando fa bel tempo, tutti gli abitanti del villaggio, uomini e donne, pranzano insieme, serviti dai fanciulli. La buona creanza è una delle virtù che i Moru coltivano con maggior cura. Le donne vengono tenute in onore, e quelle che esercitano la medicina, e il fanno con molto maggiore intelligenza e successo degli uomini, sono sempre accompagnate fino alla porta di casa dal capo della famiglia che hanno onorata di loro visita. L’educazione dei fanciulli è considerata come il principale dovere della tribù: fanciulli e fanciulle sono abituati ad inchinarsi e a tacere innanzi agli anziani; apprendono la ginnastica, la danza, le pantomime, si esercitano ai giuochi di lotta e di destrezza, si addestrano al maneggio delle armi e, prendendo per bersaglio il padre, gli lanciano frecce spuntate. Si fanno perdere in una foresta, vigilandoli poi da lungi, per vedere come riescono a trovare la via del villaggio. L’educazione si compie coi viaggi. A dieci anni i fanciulli lasciano la casa paterna per andare a visitare amici lontani della stessa nazione o di altre tribù, e fanno così il loro «giro del mondo», per conoscere i costumi e gli usi degli stranieri. Quando le giovinette sono stanche del viaggio, i fratelli le riconducono a casa e poi riprendono la loro odissea. Anche fra gli stranieri, e sopratutto fra i Niambara, cercano la moglie, poichè l’esogamia è di regola nella nazione moru, mentre è sconosciuta presso i Bari. Quando il giovane Moru ha veduta una fanciulla che gli piace, le si avvicina e le lega al polso una ghirlanda di foglie; se ella ritiene quest’ornamento, il giovane può sperar bene e le trattative di matrimonio cominciano tra i genitori(229).


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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