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      Più a mezzogiorno, il mare si allontana dai monti, ed una zona di terre basse, conosciuta, come nell’Algeria, sotto il nome di Sahel, si estende, con una larghezza media di circa 20 chilometri, alla base degli scoscendimenti di gneis, di granito e di scisto; alcuni coni di eruzione s’innalzano a pie’ de’ monti e sulla riva del mare, e correnti di lava si alternano colle sabbie, colle argille, coi conglomerati della zona arida. Al disopra del Sahel la cresta dei monti s’innalza di 1000 a 1650 metri. Le catene parallele, indicate in questo paese col nome di rora, si dilatano in alcuni siti in modo da formare degli altipiani, che per l’abbondanza delle piogge e per la fertilità del suolo potrebbero trasformarsi in un orto immenso, se una popolazione di agricoltori vi adoperasse l’aratro. Così il Rora Azgedè, la cui direzione è parallela a quella della costa, si unisce per via di cime secondarie al Rora Tsallim o «Monte Nero» più vicino al littorale, e con esso segna il confine dell’alta pianura di Nakfa, dell’altezza di circa 1500 metri, che versa le sue acque in un torrente tributario del Mar Rosso. Il Nakfa, «la più amena contrada dell’Abissinia», ora regione solitaria, tutta erbe e pascoli, sarebbe un paese idoneo ad ogni coltura, caffè, cotone, gelsi, vigne e tabacco(259). Alcuni gruppi di montagne si avanzano a guisa di alti promontorii a ponente del Rora Azgedè: tale è il gruppo dell’Hagar, o Hagar Abei Negiran, cioè «capitale del Negiran», che un tempo resse un celebre monastero, frequentato dai pellegrini da Aksum a Gerusalemme; questa montagna, ove più non veggonsi che rovine, oltrepassa i 2400 metri.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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