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      Più giù, sul versante del Mar Rosso, i grandi empori di Kobbo, di Gura, di Waldia, frequentati da Abissini e da Galla, sono indicati da Lefebvre come vere città.
      Sokota, capoluogo della provincia di Wag, è situata a 2250 metri d’altezza, a settentrione delle grandi montagne del Lasta, sulle due rive del fiume Bilbis, affluente del Takkazè per mezzo del Tsellari. Sokota è una città commerciante, come già ne faceva fede la sua colonia di maomettani intermediari degli scambi; gli Agaù, che costituiscono il fondo della popolazione locale, sono troppo sprovveduti d’iniziativa per occuparsi di traffico o per mettere a profitto i filoni di carbon fossile delle vicinanze. Il mercato di Sokota, che dura due o tre giorni per settimana, è sopratutto frequentato dai caricatori di sale, la quale derrata è la principale moneta frazionaria dell’Etiopia meridionale; nel Tigrè settentrionale si fa piuttosto uso di pezze di tela(358). Gli amolè o monete di sale, tagliate come le coti in Francia, provengono dal lago salino d’Alalbed: ogni moneta pesa in media mezzo chilogramma, ed il suo valore cresce naturalmente verso l’interno del paese, in proporzione della distanza. Mentre le saline danakil della tribù dei Taltal dànno per un tallero di Maria Teresa più di un centinaio di amolè, si vendono talvolta per un franco l’uno sulle rive occidentali del lago Tana; a Sokota valevano circa 25 centesimi quando nel 1873 vi passarono De Sarzec e Raffray; otto anni dopo, allorchè Rohlfs visitò quella contrada, il loro valore era scemato di tre quarti; tosto che i mezzi di comunicazione saranno divenuti più facili, perderanno totalmente il loro prezzo convenzionale per lo scambio, e non serviranno più che per il consumo; il proverbio abissino: egli mangia sale, che si adopera per dare un’idea della prodigalità d’un individuo, non avrà più ragione di essere.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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