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      Le truppe egiziane, circuite da nemici nella parte bassa del campo loro, furono quasi interamente sterminate; lasciarono cannoni e fucili sul campo di battaglia, ed il principe Hassan non riebbe la libertà che mercè un forte riscatto; secondo una leggenda ripetuta immediatamente dopo la battaglia, ma che non pare conforme a verità(370), Hassan e tutti gli altri prigionieri furono tatuati al braccio col segno della croce, vincitrice della mezzaluna.
     
      Sulla via da Adua a Massaua pel versante occidentale dell’alto Mareb, il borgo più popoloso e più commerciante è Kodo Felassi, (Godo Felassi), capoluogo della provincia di Serauè. Esso ha surrogato come stazione Debaroa, adesso decaduta, che si trova più a settentrione e che fu un tempo residenza dei Bahr-Nagach o «Re del mare», che così chiamavansi i governatori delle provincie marittime. Le case di Debaroa non sono, come quelle dell’Abissinia centrale, casupole rotonde con mura di pietra e tetti di stoppia: sono dimore in parte sotterranee, come quelle di parecchi distretti del Caucaso e del Kurdistan. Il pendio della montagna è tagliato a scaglioni, e lo spazio rettangolare che così si ottiene è trasformato in casa da un tetto di argilla che di dietro poggia sul suolo e dinanzi sopra pilastri: dall’alto non si vede un villaggio, ma solamente gradini erbosi, come i pianerottoli di una scala abbandonata. Tale è il modo di costruzione dei villaggi nell’Hamasen. Il fumo vien fuori da un foro praticato nel tetto: quando piove si chiude questa apertura, ed il recesso sotterraneo, mancando d’aria e di luce, diventa una caverna nauseante(371).


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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